LXI/2010

BONAVOGLIA  GIUSEPPE, Consoli e Ambasciatori del Comune di Tortona (1122-1220),  pp. 5 – 52

La ricerca di Giuseppe Bonavoglia riporta lw biografie  dei Consoli ed Ambasciatori del Comune di Tortona.

MIOTTI  FAUSTO – PROSPERI CARLO, Un registro inedito della cancelleria del vescovo Giovanni Barbavara (1437-1460),pp. 53 – 68

Il lavoro è basato sulla documentazione esistente presso l’Archivio di Alessandria dove si conserva un fascicolo cartaceo dove vennero trascritti dal notaio Francesco de Maffeis filius spectabilis Lorenzo, una serie di documenti riguardanti l’episcopato di Giovanni Barbavara tra il 1438 ed il 1445 e un memoriale inerente l’investitura fatta dal Vescovo Pietro de Giorgi, del feudo di Villa a Guglielmo d’Alvernia. Il fascicolo risulta una miscellanea di atti emanati dal presule  nella sua opera di governo e di atti riguardanti questioni famigliari. La ricerca ripercorre brevemente le tappe dell’episcopato del Barbavara e riporta il regesto di tutto il fascicolo.

DECARLINI GIUSEPPE . Cappellani e Parroci di Vho (sec. XV-XX),pp.  69 – 115

La ricerca ricostruisce le vicende della chiesa vhoese che hanno origini molto lontane nel tempo. Infatti già nel 1204 si ha notizia dell’esistenza di una ecclesia Sancti Salvatoris de Nuce Ruben  legata all’Hospitale Sanctorum Salvatorem ed erede del titolo, secondo Giuseppe Bonavoglia, è la chiesa parrocchiale di Vho che, appunto, ha il titolo della Trasfigurazione di Nostro Signor Gesù Cristo, brevemente San Salvatore. Lo studio inizia dalla seconda metà del quattrocento, quando la cura pastore di Vho era affidata ad un sacerdote titolare della cappellania di San Salvatore. La parrocchia fu istituita nella seconda metà del XVI secolo.

 

CAMMARATA  ITALO, Un Vescovo pendolare  – Vita veritiera di Michele Marliani fra Tortona e Roma, pp. 115 – 150

Al Vescovo Giovanni Barbavara che muore il 17 maggio 1460 nella sua sede di Tortona succede Michele Marliani, raccomandato dal Duca di Milano. Il nuovo vescovo (secondo il Carnevale) fu collocato in sede il 9 gennaio 1461) anche se tale data non è del tutto certa. Michel Marliani è un sacerdote milanese di buona famiglia che, almeno dal 1452, vive alla corte papale e i Marliani sono fedeli agli Sforza. Gli anni dell’inizio del suo ministero furono abbastanza tribolati. Tuttavia, Fabrizio grazie al legame con gli Sforza il prelato ebbe incarichi presso la corte papale e da ultimo venne nominato vescovo di Piacenza, mentre alla guida della diocesi di Tortona veniva chiamato il nipote

CORTEMIGLIA GIAN CAMILLO, La serie pluviometrica di Tortona (1873-2009) prolungata con i dati del Nuovo Osservatorio Meteorologico realizzato nella torretta del Seminario Vescovile, pp.151 – 180

La serie pluviometrica storica (1873-2009) di Tortona, costituita dalla successione di osservazioni giornaliere delle quantità di precipitazioni meteoriche, espresse come altezza in millimetri (pioggia e neve fusa) ed acquisite con rilevazioni senza soluzione di continuità e senza valori mancanti dal 1.1.1873 al 31.12.2009 da quattro osservatòri succedutisi nel tempo calendariale con posizionamento dei loro pluviometri o pluviografi entro un’area urbana a perimetro circolare con raggio di 550 m.

Questa serie pluviometrica storica risulta pertanto un campione rappresentativo del suo universo di riferimento e la rilevazione dei dati osservazionali, essendo stata acquisita da pluviometri e pluviografi posizionati al di sopra del livello dei tetti cittadini, può ritenersi quindi affidabile per la determinazione del clima locale.

 

CORTEMIGLIA GIAN CAMILLO, Una mappa manoscritta dell’assedio di Tortona del 1734, pp, 181- 190

La carta riprodotta  esaminata nel lavoro del Cortemiglia è stata acquistata a Kònigstain in Germania dove era battuta dalla casa d’aste Reiss & Sohn. E’ è un disegno originale su carta vergatina filigranata, che, eseguito in inchiostro nero, rosso, grigio e con sfumi di acquerello grigio, da un anonimo militare francese, riproduce la descrizione dell’assedio posto, durante la guerra di successione di Polonia, dal 20 gennaio al 6 febbraio 1734 alla città di Tortona, occupata dalle forze austriache del barone Giorgio Leonardo von Stentsch, da parte dell’esercito franco-piemontese, comandato dal generale Jean Baptiste

Francois Maillebois (Parigi 1682 –  1762) marchese di Des Marets.

 

 

MORO VITTORIO,I B O C di Tortona, pp. 191 – 216

Questa nota prende le mosse da brevi cenni sul Debito pubblico nazionale, seguito da uno sguardo sulla situazione attuale (dell’ultimo quadriennio) del Comune di Tortona, per ricordare in termini di attualità, ma soprattutto storici, una peculiare forma di debito, adoperato solo a scopo di investimento, per realizzare i programmi di una qualsiasi Amministrazione locale. Si tratta delle obbligazioni (Boc), Buoni Ordinari Comunali emesse dagli Enti locali: strumento molto utilizzato nel passato, come si dirà, pressoché vietato dagli anni settanta fino ai recenti anni novanta, reintrodotto e abbastanza usato fino ai primi anni 2000 ma attualmente in diminuzione.

BERGAGLIO ARMANDO, Una supplica e due esposti per piazza Vittorio Emanuele – Problemi di ordinario quotidiano, pp.217 – 228

La supplica riguarda la richiesta di una fontana in Piazza Vittorio Emanuele II (l’attuale Piazza Gavino Lugano). L’iniziativa fu presa dalle erbivendole che avevano i loro banchi nella piazza, allora sede del mercato ortofrutticolo ed era fondata su evidenti motivazioni pratiche di avere a disposizione acqua potabile ”ad uso del mercato”. Motivi economici non permisero di dare risposta positiva alla richiesta. Le vertenze riguardano l’utilizzo della piazza e sono relative all’esigenza del ristorante  Dertona di poter garantire l’accesso delle automobili dei propri clienti, a quelle di Severino Ricci di avere a disposizione uno spazio adeguato per i negozi ubicati nel suo immobile e della Banca pOpolare di Tortona che lamentava l’intasamento della piazza nei giorni di mercato e le conseguenti difficoltà di accesso alla Via Giulia, allora sede di uffici pubblici.

 

SPARPAGLIONE DOMENICOLa morte di Fausto Coppi. Dal diario di don Domenico Sparpaglione. La cronaca e il discorso al cimitero, pp. 229 -240

Dall’Archivio Don Orione di Roma, in occasione del 50° anniversario della morte del campionissimo Fausto Coppi, avvenuta a Tortona il 2 gennaio 2009, vengono rese note alcune pagine di ricordi di Don Domenico Sparpaglione. Il sacerdote orionino, tortonese come Fausto Coppi, scrittore, studioso manzoniano molto apprezzato, era anche un grande tifoso di ciclismo. Fu amico personale e confidente del campionissimo. In un suo memoriale ha lasciato annotata la cronaca dei fatti e dei sentimenti che circondarono la morte di Fausto Coppi.

Al documento pubblicato sono aggiunte alcune note sull’Autore, Domenico Sparpaglione, personaggio notissimo a Tortona a cui è dedicata la via sul lato destro del Santuario della Madonna della Guardia.

ANGELERI  MASSIMO, «Dia retta al nonno…» Lettere di mons. Melchiori al card. Montini custodite nell’Archivio Storico della Diocesi di Milano, pp. 241 – 268

Il corpus che compone l’epistolario tra l’arcivescovo di Tortona, Mons. Egisto Melchiorri, e quello di Milano, Mons: Montini, cardinale dal 1958 è costituito da 28 carte  e copre gli anni dal 1955 al 1963. L’epistolario si compone di 15 lettere scritte da Melchiorri a Montini, di 7 di Montini a Melchiorri, di una lettera di mons. Angelo Melchiorri, di una lettera di Mons. Carlo Angeleri, vescovo ausiliare di Tortona, di tre del segretario di Melchiorri , don Pio Bruno, ed infine del telegramma del vescovo ausiliare Mons. Angeleri al cardinale di Milano per annunciare la morte improvvisa di Melchiorri. Dall’esame della corrispondenza si evidenziano, al di là dell’ufficialità dei rispettivi ruoli, i rapporti umani tra i due presuli, di comune origine bresciana e profondamente legati alle loro origini.

 

FELTRI RINO – RABAGLIATI CLAUDIO, Evidenze demografiche ed epidemiologiche del Distretto Sanitario di Tortona (1980-2009),pp. 269 – 282

Lo studio è riferito agli anni che vanno dal 1980 al 2009 ed evidenzia: 1) – un’elevata presenza di residenti ultrasessantacinquenni (sovrapponibile alla percentuale di persone in questa fascia d’età presenti nella provincia di Alessandria), in costante crescita temporale in entrambi i sessi, i l che giustifica i l parallelo aumento dei relativi indici di senilità, vecchiaia e di dipendenza senile; 2)  la diminuzione dei soggetti più giovani, sia tra i maschi che tra le femmine, con la corrispondente contrazione dell’indice di dipendenza giovanile; 3)  il sostanziale mantenimento tra gli uomini della quota di soggetti in età da lavoro, accompagnata invece dalla riduzione della stessa tra le donne, con conseguente aumento dell’indice di dipendenza globale e decremento dell’indice di lavoro.

I raffronti degli indicatori demografici propri del distretto tortonese con quelli relativi alla popolazione piemontese, italiana ed europea indicano, per ciascun rapporto dimensionale considerato, una progressiva accentuazione nella differenza assoluta dei rispettivi valori.  Infatti, man mano che si sale la scala geografica territoriale  passando dal Distretto di Tortona alla regione Piemonte, all’Italia e, infine, all’Unione Europea (27 Paesi) – i dati inerenti la zona tortonese tendono a peggiorare sempre più, in quanto si portano a caratterizzare una popolazione locale sempre maggiormente anziana, sempre maggiormente dipendente e sempre meno attiva rispetto alle realtà di confronto.

 

RUFFINI GRILLO MARIA ATTILIA  Il Concilio Ecumenico Vaticano II nei ricordi dell’uditrice tortonese Iduccia Grillo Marenghi Marenco,pp. 283- 296

Iduccia Grillo Marenghi Marenco è stata una delle tre donne italiane ammessa come uditrice   alle sedute del Concilio Vaticano Secondo (le donne erano otto in tutto). Nominata da Paolo VI con lettera del 21 settembre 1964 a firma del Card. Pericle Felici, partecipa alle sedute conciliari e ne riporta i ricordi che sono descritti nell’articolo dalla figlia Maria Attilia Ruffini Grillo.

 

IN MEMORIAM

 

PILOTTI OTTAVIO, Un ricordo di Giuseppe Battegazzore (1932-2010), pp. 297 – 300

BAILO GINO, Ricordo di un amico: Fausto Balduzzi, pp. 301 – 302