LEGÉ Vincenzo, L’abazia di Vendersi e l’alta valle della Borbera, XLIV/1914, pp. 5-39.
L’abbazia di S. Pietro in un documento del 946 è definita antica e un tempo florida; è attestata fino al 1198, sotto il titolo prevalente di S. Fortunato. Secondo la tradizione fu distrutta da una frana, e Innocenzo III (tra 1198 e 1216) trasferì la titolarità del feudo dai monaci al vescovo di Tortona, dando così origine a una giurisdizione temporale che durò fino alla fine del sec. XVIII. La nuova chiesa fu costruita in posizione diversa, sempre isolata dal paese. e il centro amministrativo ed ecclesiastico divenne Albera, che figura nei cataloghi della prima meta del sec. XVI come a capo di una vasta pieve che estende la sua giurisdizione su una vasta zona montana.
LUGANO Placido, I primordi dell’abbazia cisterciense di Rivalta Scrivia, IV, XLIV/1914, pp. 40-69.
I monaci, di regola almeno dodici, nel corso del sec. XIII aumentano considerevolmente, segno del prosperare dell’istituto, di cui si descrive la vita sulla scorta delle notizie esistenti per le istituzioni monastiche cisterciensi. Ascherio, oltre a porre Rivalta sotto la custodia dei Cistercensi di Lucedio, aveva provveduto ad ottenere la protezione e la conferma papale per i beni di Rivalta già nel 1180, nel 1187 Rivalta ottiene anche la protezione imperiale da Enrico VI, confermata nel 1217 da Federico II.
Notizie, XLIV/1914, pp. 71-72.
Componimento poetico latino del sottoprefetto Clodomiro Rosati, tradotto in versi da Aristide Arzano.
Tortonesi a Genova, XLIV/1914, p. 73.
Notizia della nomina di consoli delle arti di origine tortonese a Genova nel XV secolo.
Davanti ar scheul i dì dra mérla, XLIV/1914, p. 74.
Componimento dialettale anonimo.
Per un ricordo al generale Antonio Ferrari [e altre sottoscrizioni aperte], XLIV/1914, pp. 74-75.
Si ricordano le sottoscrizioni della società.
Signanda, XLIV/1914, pp. 76-78.
Cantù Carlo, (necrol.), XLIV/1914, p. 78.